Torri in pietra lavica, costruite a secco, che racchiudono al loro interno un solo albero di agrumi. I giardini panteschi offrono una straordinaria testimonianza degli accorgimenti messi in atto in un territorio dove i fattori naturali sono decisamente avversi, soprattutto per la coltivazione degli agrumi.
Pantelleria e le architetture sostenibili
La piccola isola di Pantelleria, con la sua superficie di 83 km² è la più occidentale delle isole satellite della Sicilia. L’assenza di sorgenti d’acqua dolce, un clima con elevate temperature estive, piogge scarse e venti intensi, ha costretto i suoi abitanti a sviluppare l’ingegno per poter sopravvivere. Così, accanto ai naturali faraglioni e ai tavolieri di colata lavica, si incontrano sull’isola architetture uniche nel loro genere che non hanno scopo estetico ma sono invece estremamente funzionali.
Sono i muri a secco che delimitano le proprietà fondiarie; i dammusi, che hanno scopo di raccogliere l’acqua piovana e, infine, i giardini panteschi, la cui duplice funzione è proprio quella di bonificare il terreno dall’eccesso di pietrame e proteggere gli alberi di agrumi piantati all’interno dal vento e dalla salsedine. Strutture antiche che ci invitano a riflettere sulla scarsità di acqua, sulle minacce dei cambiamenti climatici e dei processi di desertificazione che avanzano in porzioni sempre più ampie nel nostro pianeta. Architetture da prendere a modello.
Il giardino pantesco e la vite di Zibibbo
Il giardino pantesco ci ricorda che Pantelleria – più che di pescatori – è un’isola di contadini i quali, con ammirevole ingegno e sacrificio, hanno garantito alla propria comunità i frutti di una preziosa fabbrica delle vitamine, necessarie per scampare ai rischi dello scorbuto. I giardini sono anche i testimoni di quella sapienza contadina che anima la viticoltura ancora oggi attiva su circa 400 ettari dell’isola e che ne rappresenta la principale fonte di sostentamento: una tradizione che si è guadagnata il riconoscimento di Patrimonio dell’umanità Unesco per la coltivazione della vite di Zibibbo ad alberello, pratica agricola creativa e sostenibile unica nel suo genere.
L’esempio del giardino pantesco di Donnafugata
Sull’isola, in contrada Khamma, si estendono i vigneti dell’azienda Donnafugata che proprio qui, dal 1999, ha iniziato l’opera di recupero di un’antica vigna di Zibibbo che supera i cento anni di età. Sono piante che, oltre ad essere un vanto per la produzione vinicola siciliana, rappresentano un vero e proprio reperto storico. A Khamma, tra i vigneti aziendali, si può ammirare il suggestivo giardino pantesco che nel 2008 Donnafugata ha restaurato e donato al FAI, Fondo Ambiente Italiano. Simbolo della sapienza contadina dell’isola, il giardino è un sistema agronomico autosufficiente dal punto di vista idrico che può essere visitato nei mesi di luglio, agosto e settembre.
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